Era distante Andrea, a volte anche dai suoi più cari amici, non per egoismo, neanche per distrazione o scarsa socialità. Lei era semplicemente diversa dalle altre e non ne era pentita perchè sapeva che in fondo essere soli a volte vuol dire avere quel qualcosa di speciale al quale gli altri non arrivano.
Aveva due bellissimi occhi verdi nascosti, o volendo esaltati, da un paio d'occhiali blu elettrico modesti, della giusta dimensione, che incastonati sul suo viso ne sembravano essere parte da sempre.
Un giorno in uno dei suoi frequenti momenti di solitudine decise di prendere il suo motorino mezzo scassato e fare quanta più strada poteva, forse nel vano tentativo di allontanarsi anche dai suoi pensieri grigi che non la lasciavano mai quasi fossero parte di una malattia congenita.
Il serbatoio era pieno, e il motorino sembrava abbastanza in salute da poterlaportare fuori città ma non troppo oltre, comunque a lei non interessava.
Chiuse distrattamente la porta di come se non dovesse più ritornarci, quasi come il capitolo di un libro che aspetta che lo si continui.
Accese il motorino con qualche difficoltà e rumore di troppo e senza aspettare troppo, come se qualcuno la stesse chiamando per un emergenza, si diresse verso la campagna, pregando di arrivare alla sua meta sconosciuta.
La sua non era una grande città fortunatamente, assomigliava più ad un paesone con pochi palazzi e tantissima gente; poi lei abitava nella periferia come la sua vita era nella periferia dell'esistenza da un po'.
Si fermò vicino ad un prato, il sole primaverile sembrava attutire i colpi in testa dell'anima;sentiva il profumo dell'erba e sembro sedersi proprio dove quel profumo pareva più acuto.
Per qualche minuto rentò inmobile con le gambe piegate, accovacciate sul grembo e con le braccia che fungevano da fascia.
"Mamma il cellulare, ma non si può stare tranquilli un attimo!" esclamo sentendo la buffa suoneria regalatagli da una sua amica.
"Pronto"disse lei
"ciao"la voce dall'altra parte
"Chi sei"
"Come chi sono? Andrea sono Saro"
"Saro? Ma Saro chi?"
"senti non scherzare, allora ci vediamo questa sera"
"Ma ti assicuro che....."subito venne interrotta ma in modo gentile, quasi sorridente.
"Ti spiego il programma, allora cena in un piccolo ristorante fuori città, poi a casa a prepararci."
"prepararci? Ma per cosa?"Oramai era quasi completamente coinvolta in questa surreale telefonata
"Ma dai dobbiamo prendere il volo per Dublino! Andiamo al concerto del tuo gruppo preferito, si quello che a me non convince particolarmente ma al quale non vorrei mai mancare solo per il fatto che tu sei con me e che ti rende felice"
A quel punto decise di stare al gioco e si stese sul prato ad ascoltare il programma che Saro snocciolava quasi senza fiato.
"Il nostro alberghetto è proprio li vicino, ho prenotato due camere, è un bad & breakfast"
"Bello!" Disse andrea entusiasta sempre più nella partre, quasi come una di quelle attrici americane viste tante volte nelle commedie romantiche che a lei piacevano tanto.
Adesso un dilemma si parava davanti ad Andrea, una domanda tanto imbarazzante quanto indispensabile decise di andare per "Esclusione":
"senti amore!"
"Amore!! E da quando hai deciso di chiamare amore il tuo migliore amico?"
Che figura! penso'
"mm.. scusa saro ma quanto tempo dovremmo stare in Irlanda?"
"Certo che oggi sei strana! avevamo deciso una settimana"
Prima parte
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